DESCRIZIONE
Latifoglia dei boschi mesofili; pianta molto longeva, può raggiungere i 25-30 m di altezza ma di solito inferiore al congenere T. platyphyllos. È specie pollonifera anche se non stimolata da tagli o riduzioni di chioma. Ha crescita non molto rapida, che rimane però sostenuta per molti anni.
La corteccia, liscia e grigio-bruna da giovane, a maturità presenta solchi poco profondi di colore grigio.
Le foglie, lunghe fino a 9 cm, sono più piccole che nel tiglio nostrale, a lamina ovata con base nettamente cordata (da cui il nome specifico “cordata”) e brevemente appuntite all’apice; la pagina superiore è verde scuro, liscia, quella inferiore chiara con ciuffi di peli bruno-rugginosi all’ascella delle nervature. Le foglie dei polloni sono molto più grandi di quelle dei rami adulti. Le infiorescenze, fornite di una lunga brattea, portano da 5 a 15 fiori poco odorosi, bianco-giallognoli; l’impollinazione è entomofila e molto mellifera. La disseminazione è, come in tutti i tigli, anemocora.
Il legno del Tiglio selvatico è tenero e di facile lavorazione ed è usato in ebanisteria e in modellistica.
CONSIGLI PER LA COLTIVAZIONE E LA CURA
Periodo migliore per la messa a dimora: da ottobre a dicembre
Zona ideale: dalla collina al piano montano (50-1400 m)
Esposizione: poco soleggiata
Suolo: neutro-indifferente
Esigenza di acqua: media