DESCRIZIONE

Albero che può raggiungere l’altezza massima di 20 m (mediamente 8-10 m), con fusto dai grossi rami irregolari e chioma globosa allargata; spesso il fusto viene capitozzato originando un fascio di rami aperti a ventaglio; è una specie piuttosto rustica e longeva, anche se sovente cariata all’interno del tronco.
Foglie grandi (in media 5-8 x 7-10 cm), alterne, dalla lamina morbida, glabra e lucida sulle due facce, dal bordo finemente dentato; foglie dei polloni profondamente lobate.
I fiori sono unisessuali o raramente ermafroditi, portati in amenti, i maschili lunghi 2-4 cm, i femminili globosi, lunghi 1-2 cm. I frutti sono infruttescenze ovali-arrotondate (sorosio o mora di gelso) di 1-2 cm, peduncolate, dolci, di colore biancastro, più raramente rossastro o anche nero.
Introdotto in Europa dalla Cina in epoca medievale, successivamente acquisì importanza fondamentale per l’allevamento dei bachi da seta, che si cibano delle sue foglie, ed è perciò stato largamente coltivato in Italia, specialmente in pianura padana, fino agli anni ‘60.

CONSIGLI PER LA COLTIVAZIONE E LA CURA

Periodo migliore per la messa a dimora: da ottobre a novembre

Zona ideale: dalla pianura alla collina (0-400 m)

Esposizione: soleggiata

Suolo: neutro-indifferente

Esigenza di acqua: media