Riserva naturale Montagne della Duchessa (RI) – Località Area giochi, Borgorose
Scarica il patto di collaborazione per Duchessa
Per gli interventi di piantumazione nell’area giochi, per la realizzazione di siepe di confine, sono state piantate:
Riserva naturale Montagne della Duchessa (RI) – Località Area giochi, Borgorose
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Per gli interventi di piantumazione nell’area giochi, per la realizzazione di siepe di confine, sono state piantate:
È un albero di grandi dimensioni dalla chioma ampia e globosa, che può raggiungere un’altezza di 35 m e un tronco di oltre 3 m di diametro; la corteccia inizialmente grigiastra e liscia, negli esemplari maturi diventa rossastra e frammentata in grandi placche che tendono a staccarsi. Il frutto è una doppia samara. Le foglie, opposte, sono lungamente picciolate (5–15 cm), di 10–15 cm di lunghezza e pari larghezza, pentalobate con margine debolmente dentato; la pagina inferiore è di colore grigio-verde, glaucescente. Il legno è molto pregiato e trova utilizzo nella fabbricazione di strumenti a corde. Ambiente: boschi mesofili montani. Consigli per la coltivazione e la cura
Albero alto fino a 30 metri o più, dal tronco eretto ed ampia chioma arrotondata, non molto densa, e corteccia bianca, da giovane punteggiata di lenticelle romboidali e poi nerastra con solchi longitudinali. È una specie arborea ad accrescimento rapido, e tra le specie di pioppo è relativamente longeva, anche se raramente supera il centinaio d'anni d'età. Le foglie hanno un lungo picciolo, depresso lateralmente, e lamina di forma variabile, ovata, a margine ondulato, nei rami fioriferi e più o meno profondamente lobata nei getti giovani. La pagina fogliare superiore è verde scuro e lucida, mentre quella inferiore, come i getti giovani, è ricoperta da una fitta peluria biancastra che dà il nome alla pianta. È una specie dioica. Ambiente: specie termofila che cresce lungo sponde, e terreni umidi ma non soggetti a allagamento, in associazione con ontano, frassino e salice bianco. Consigli per la coltivazione e la cura
Piccolo albero da frutto caducifoglio (raramente supera i 10 m); ambiente: boschi di latifoglie
Arbusto e albero caducifoglio dalla precoce fioritura di colore rosa acceso, ampiamente utilizzato nelle alberature urbane; ambiente: arbusteti e boscaglie, rupi termofile.
Arbusto caducifoglio dal caratteristico fogliame rosso-violetto in autunno; ambiente: boscaglie e boschi di latifoglie, arbusteti.
Arbusto sempreverde alto fino a 4-5 m, ramificato dalla base, con i rami giovani pubescenti. Ampiamente utilizzato per siepi e arredi urbani anche per le abbondanti fioriture prolungate dall’autunno alla primavera; ambiente: macchie, boschi termofili, rupi.
Pianta suffruticosa della famiglia delle Lamiaceae, alta al massimo mezzo metro e legnosa solo alla base, dall’intenso e caratteristico odore. Le foglie sono verdi-grigiastre per la presenza di peli stellati, a lamina lanceolata allungata e disposte in posizione opposta lungo il fusto. Il nome comune della specie, come anche quello scientifico del genere (Lavandula), che richiama il gerundio latino del verbo lavare, trae origine dal fatto che queste piante erano molto utilizzate nell'antichità (soprattutto nel Medioevo) per detergere il corpo. Ancora oggi la lavanda è diffusamente coltivata (in Italia soprattutto in Piemonte e Toscana) per l’utilizzo nell’industria cosmetica come base per la profumazione di saponi e detersivi. Nel Lazio è presente come alloctona casuale nella zona costiera di Latina in ambiente rupestre.
Il melo è un piccolo albero deciduo di 3-10 metri di altezza, con una chioma densa ed espansa e apparato radicale superficiale. Le foglie sono alterne e semplici, a lamina ovale, leggermente seghettate, con apice acuto e base arrotondata, di 5-12 X 3-6 cm, glabre superiormente e leggermente tomentose sulla pagina inferiore. I fiori sono ermafroditi, di colore bianco-rosato e riuniti in piccoli corimbi. La fioritura avviene in primavera, contemporaneamente alla ripresa vegetativa. L'impollinazione è entomofila. Il frutto, detto pomo, o più comunemente mela, si forma per accrescimento del ricettacolo fiorale ed è perciò un falso frutto, mentre il frutto vero, derivato dall'accrescimento dell'ovario, è costituito in realtà dal torsolo. Il centro di origine del melo selvatico progenitore del melo coltivato sembra sia il Kazakistan.
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