Comune di Morlupo
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Nel corso del 2021, presso l’area cani adiacente a Via Giorgio de Chirico sono state piantate:
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Nel corso del 2021, presso l’area cani adiacente a Via Giorgio de Chirico sono state piantate:
Latifoglia arborea caducifoglia dal portamento vigoroso e globoso. È specie con buone potenzialità di colonizzazione di terreni aperti grazie ai frutti (disamare) alati; ambiente: boschi e boscaglie, siepi
Latifoglia arborea caducifoglia di media altezza (15–20 m) con portamento dritto e chioma allungata. La corteccia è liscia, di colore grigio, e il fusto scanalato e costolato. Le foglie alterne sono ovato-oblunghe; il frutto, munito di brattea, è disseminato dal vento; ambiente: boschi mesofili
Arbusto e basso albero caducifoglio; frutti (corniole) commestibili; ambiente: boscaglie e boschi di latifoglie, arbusteti.
Piccolo albero a crescita molto lenta che può vivere sino a 500 anni. Il tronco è sinuoso e la corteccia liscia; i fiori di colore bianco molto profumati e i frutti rossi persistenti ne fanno una pianta molto usata negli arredi urbani.
Albero sempreverde, molto longevo, alto fino a 30 m (gli esemplari più vecchi possono superare i 50 m), con tronco diritto e robusto e chioma di forma molto variabile, da conico-piramidale allungata, spesso ramificata fin dalla base (var. pyramidalis o 'stricta') a espansa con rami patenti o quasi orizzontali (var. horizontalis). La corteccia è grigiastra e fibrosa, fessurata in senso longitudinale. Il legno è bicolore, con duramen bruno e alburno bianco-giallastro; sono presenti falsi anelli dovuti al riposo estivo che la specie attua come adattamento alla siccità estiva. Le foglie sono ridotte a squame di 1 mm, strettamente embricate e appressate ai rametti. I fiori femminili dopo l'impollinazione si sviluppano in strobili subsferici, verdi quando immaturi. Specie originaria del vicino oriente (Creta, Cipro, Siria), è stato introdotto in Italia in epoca antichissima, forse dagli Etruschi o addirittura dai Fenici, ed è attualmente diffuso in tutto l'areale del Mediterraneo dove si trova sia spontaneo che coltivato come pianta ornamentale. Data l’estrema frugalità è utilizzato anche a scopo forestale per consolidare terreni ripidi e sassosi.
Pianta suffruticosa della famiglia delle Lamiaceae, alta al massimo mezzo metro e legnosa solo alla base, dall’intenso e caratteristico odore. Le foglie sono verdi-grigiastre per la presenza di peli stellati, a lamina lanceolata allungata e disposte in posizione opposta lungo il fusto. Il nome comune della specie, come anche quello scientifico del genere (Lavandula), che richiama il gerundio latino del verbo lavare, trae origine dal fatto che queste piante erano molto utilizzate nell'antichità (soprattutto nel Medioevo) per detergere il corpo. Ancora oggi la lavanda è diffusamente coltivata (in Italia soprattutto in Piemonte e Toscana) per l’utilizzo nell’industria cosmetica come base per la profumazione di saponi e detersivi. Nel Lazio è presente come alloctona casuale nella zona costiera di Latina in ambiente rupestre.
Grande albero, che può raggiungere i 35 m di altezza e diametri superiori al metro, meno longevo delle altre querce caducifoglie. Ha tronco dritto e slanciato, in bosco ramificato dal terzo superiore e chioma mediamente densa. La corteccia, dapprima grigia e liscia, dopo una decina di anni forma solchi profondi di colore rossastro, più evidenti nella stagione vegetativa. Le foglie sono di forma molto variabile, tardivamente caduche e scabre superiormente; spesso profondamente lobate, quasi a toccare la nervatura centrale, in numero di 4-7 lobi per lato, sono però molto variabili, anche nella stessa pianta e/o in diverse fasi fenologiche. Le ghiande sono grandi e coperte fino a metà da una cupola emisferica, formata caratteristicamente da squame divergenti lunghe anche 1 cm; contengono molto tannino e sono perciò poco appetite dagli animali. Il legno è poco pregiato; in passato veniva impiegato per la produzione di traverse ferroviarie e doghe da botti, ma oggi è utilizzato quasi esclusivamente come legna da ardere e per la produzione di carbone. È una specie tendenzialmente mesofila, sebbene possa vegetare in un ampio range altitudinale, essendo, di fatto, limitata verso il basso dalla lecceta e verso l’alto dalla faggeta. Nei riguardi del terreno l'optimum è rappresentato da suoli vulcanici a reazione sub-acida.
Quercia caducifoglia dalla chioma ampia e rada, che raramente raggiunge i 20-25 m di altezza; ambiente: boschi termofili, arbusteti su pendii assolati
Arbusto sempreverde alto fino a 4-5 m, ramificato dalla base, con i rami giovani pubescenti. Ampiamente utilizzato per siepi e arredi urbani anche per le abbondanti fioriture prolungate dall’autunno alla primavera; ambiente: macchie, boschi termofili, rupi.