Parco Garbatella Legambiente
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Nel corso del 2022 presso il Parco Garbatella Legambiente abbiamo arricchito le pertinenze mettendo a dimora:
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Nel corso del 2022 presso il Parco Garbatella Legambiente abbiamo arricchito le pertinenze mettendo a dimora:
Albero sempreverde, molto longevo, di altezza fino a 10-15 m, con apparato radicale molto esteso e superficiale in grado di garantire alla pianta vigorosità anche su terreni rocciosi. Il tronco diviene con l'età largamente espanso alla base, irregolare, sinuoso e nodoso, spesso cavo; la chioma è grigio-argentea, densa e molto espansa negli esemplari non coltivati. La corteccia è grigio-verde e liscia da giovane, poi nodosa e screpolata. Le foglie sono semplici e opposte, coriacee, lanceolate, con margine intero, spesso revoluto. La pagina superiore è opaca, di colore verde glauco e glabra, quella inferiore è più chiara, sericeo-argentea per la presenza di peli con nervatura mediana prominente. I frutti sono drupe ovoidali (olive), di colore variabile dal verde al giallo al viola al nero violaceo, con mesocarpo oleoso e nocciolo legnoso. È specie tipicamente termofila ed eliofila, predilige climi secchi e asciutti ed è sensibile alle basse temperature. Vegeta nei terreni sciolti, grossolani o poco profondi, con rocciosità affiorante; è inoltre una delle specie più tolleranti alla salinità e può essere coltivato anche in prossimità dei litorali.
Latifoglia arborea sempreverde, molto aromatica in tutte le sue parti, elemento relitto dell’antica laurisilva pre-pliocenica; ambiente: forre, boscaglie e boschi mesofili
Specie sempreverde con portamento sia arboreo sia arbustivo, raggiunge al massimo 8 – 10 metri di altezza; il tronco è sempre molto ramificato e la chioma è compatta. Le caratteristiche bacche dalla buccia rossa rugosa maturano in autunno
Tipico elemento delle formazioni arbustive e di gariga costiere. È un arbuto di altezza massima 120 cm dal portamento inizialmente eretto e poi decombente e cespuglioso. Il fusto è peloso e le foglie sono lineari-lanceolate, sessili, con margine revoluto, tomentose e vischiose al tatto, con forte e gradevole odore aromatico. I fiori sono di colore bianco, a 5 petali, con una piccola macchia gialla alla base, riuniti in piccoli racemi. Il frutto è una capsula di forma ovale, contenente numerosi semi. Il cisto marino ha un ciclo vegetativo autunno-primaverile, culminante con la fioritura nei mesi di aprile-maggio. Nel periodo estivo entra in riposo vegetativo per riprendere l'attività solo con le piogge autunnali. Ricolonizza facilmente le aree percorse da incendi in quanto i semi hanno un’elevata capacità di resistenza al fuoco.
Il melo è un piccolo albero deciduo di 3-10 metri di altezza, con una chioma densa ed espansa e apparato radicale superficiale. Le foglie sono alterne e semplici, a lamina ovale, leggermente seghettate, con apice acuto e base arrotondata, di 5-12 X 3-6 cm, glabre superiormente e leggermente tomentose sulla pagina inferiore. I fiori sono ermafroditi, di colore bianco-rosato e riuniti in piccoli corimbi. La fioritura avviene in primavera, contemporaneamente alla ripresa vegetativa. L'impollinazione è entomofila. Il frutto, detto pomo, o più comunemente mela, si forma per accrescimento del ricettacolo fiorale ed è perciò un falso frutto, mentre il frutto vero, derivato dall'accrescimento dell'ovario, è costituito in realtà dal torsolo. Il centro di origine del melo selvatico progenitore del melo coltivato sembra sia il Kazakistan.
Albero alto fino a 25 m con chioma sempreverde; il tronco presenta una scorza rugosa grigio-brunastra, screpolata in placchette subrettangolari. Grazie alla particolare resistenza alle avversità e ai danni da inquinamento è molto comune come albero ornamentale nel verde urbano.
Latifoglia dei boschi mesofili; pianta molto longeva, può raggiungere i 25-30 m di altezza ma di solito inferiore al congenere T. platyphyllos. È specie pollonifera anche se non stimolata da tagli o riduzioni di chioma. Ha crescita non molto rapida, che rimane però sostenuta per molti anni. La corteccia, liscia e grigio-bruna da giovane, a maturità presenta solchi poco profondi di colore grigio. Le foglie, lunghe fino a 9 cm, sono più piccole che nel tiglio nostrale, a lamina ovata con base nettamente cordata (da cui il nome specifico “cordata”) e brevemente appuntite all'apice; la pagina superiore è verde scuro, liscia, quella inferiore chiara con ciuffi di peli bruno-rugginosi all'ascella delle nervature. Le foglie dei polloni sono molto più grandi di quelle dei rami adulti. Le infiorescenze, fornite di una lunga brattea, portano da 5 a 15 fiori poco odorosi, bianco-giallognoli; l'impollinazione è entomofila e molto mellifera. La disseminazione è, come in tutti i tigli, anemocora. Il legno del Tiglio selvatico è tenero e di facile lavorazione ed è usato in ebanisteria e in modellistica.