ISS Aldo Moro Fara Sabina
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Nel corso del 2022 abbiamo piantumato varie specie arboree creando aiuole e aree verdi intorno alla scuola:
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Nel corso del 2022 abbiamo piantumato varie specie arboree creando aiuole e aree verdi intorno alla scuola:
Arbusto e albero caducifoglio dalla precoce fioritura di colore rosa acceso, ampiamente utilizzato nelle alberature urbane; ambiente: arbusteti e boscaglie, rupi termofile.
Arbusto o piccolo albero (fino a 5-6 m di altezza), il biancospino selvatico è un elemento dei boschi freschi collinari e montani e degli arbusteti di ricolonizzazione. Molto simile al biancospino comune, se ne differenzia per le foglie ellittico-obovate, dai lobi meno profondi e marcati. Sia le foglie che i frutti (piccoli pomi ellissoidali rossi di 8-10 mm di diametro) hanno proprietà officinali. Il legno di colore rossastro, duro e compatto, viene impiegato per lavori al tornio e per la produzione di carbonella. Periodo di fioritura: aprile-giugno. Ambiente: boschi mesofili, margini forestali e arbusteti Consigli per la coltivazione e la cura
Specie sempreverde con portamento sia arboreo sia arbustivo, raggiunge al massimo 8 – 10 metri di altezza; il tronco è sempre molto ramificato e la chioma è compatta. Le caratteristiche bacche dalla buccia rossa rugosa maturano in autunno
Arbusto e basso albero caducifoglio; frutti (corniole) commestibili; ambiente: boscaglie e boschi di latifoglie, arbusteti.
Il melo è un piccolo albero deciduo di 3-10 metri di altezza, con una chioma densa ed espansa e apparato radicale superficiale. Le foglie sono alterne e semplici, a lamina ovale, leggermente seghettate, con apice acuto e base arrotondata, di 5-12 X 3-6 cm, glabre superiormente e leggermente tomentose sulla pagina inferiore. I fiori sono ermafroditi, di colore bianco-rosato e riuniti in piccoli corimbi. La fioritura avviene in primavera, contemporaneamente alla ripresa vegetativa. L'impollinazione è entomofila. Il frutto, detto pomo, o più comunemente mela, si forma per accrescimento del ricettacolo fiorale ed è perciò un falso frutto, mentre il frutto vero, derivato dall'accrescimento dell'ovario, è costituito in realtà dal torsolo. Il centro di origine del melo selvatico progenitore del melo coltivato sembra sia il Kazakistan.
Albero sempreverde, molto longevo, di altezza fino a 10-15 m, con apparato radicale molto esteso e superficiale in grado di garantire alla pianta vigorosità anche su terreni rocciosi. Il tronco diviene con l'età largamente espanso alla base, irregolare, sinuoso e nodoso, spesso cavo; la chioma è grigio-argentea, densa e molto espansa negli esemplari non coltivati. La corteccia è grigio-verde e liscia da giovane, poi nodosa e screpolata. Le foglie sono semplici e opposte, coriacee, lanceolate, con margine intero, spesso revoluto. La pagina superiore è opaca, di colore verde glauco e glabra, quella inferiore è più chiara, sericeo-argentea per la presenza di peli con nervatura mediana prominente. I frutti sono drupe ovoidali (olive), di colore variabile dal verde al giallo al viola al nero violaceo, con mesocarpo oleoso e nocciolo legnoso. È specie tipicamente termofila ed eliofila, predilige climi secchi e asciutti ed è sensibile alle basse temperature. Vegeta nei terreni sciolti, grossolani o poco profondi, con rocciosità affiorante; è inoltre una delle specie più tolleranti alla salinità e può essere coltivato anche in prossimità dei litorali.
Albero di dimensioni anche grandi (fino a 30 m) dalla corteccia marrone-violaceo. I fiori bianchi sono disposti in corimbi. Il frutto è una drupa carnosa molto apprezzata dagli uccelli. Ambiente: boschi e arbusteti.
Piccolo albero (max 10-12 m) caducifoglio. Produce le sorbe, piccoli pomi utilizzati per marmellate; ambiente: boschi e boscaglie
Arbusto sempreverde alto fino a 4-5 m, ramificato dalla base, con i rami giovani pubescenti. Ampiamente utilizzato per siepi e arredi urbani anche per le abbondanti fioriture prolungate dall’autunno alla primavera; ambiente: macchie, boschi termofili, rupi.
Piccolo arbusto deciduo, alto 1-4(5) m, con forte odore resinoso-aromatico; portamento eretto a fusti flessibili, ramificati fin dalla base; rami giovani pelosi a sezione subquadrangolare; corteccia grigio-bruna desquamante longitudinalmente. Foglie con picciolo di 4-5 cm e lamina di 15 x 12 cm divisa in 5-7 segmenti lanceolato-acuti, di colore verde-scuro sulla pagina superiore e biancastro inferiormente. Infiorescenza in lunghe e dense spighe (30 cm) terminali e ascellari formate da piccoli fiori bilabiati, di colore azzurro, viola pallido o roseo, gradevolmente profumati. Impollinazione entomogama. Habitat: alvei fluviali, letti delle fiumare, bassure umide fra le dune.
Arbusto sempreverde, tra i più tipici della macchia sclerofilla litoranea. Ha chioma fitta e molto ramificata, dal caratteristico odore resinoso e foglie paripennate, composte da 6-10 foglioline; ambiente: macchia mediterranea, dune, boscaglie termofili.
Pianta suffruticosa della famiglia delle Lamiaceae, alta al massimo mezzo metro e legnosa solo alla base, dall’intenso e caratteristico odore. Le foglie sono verdi-grigiastre per la presenza di peli stellati, a lamina lanceolata allungata e disposte in posizione opposta lungo il fusto. Il nome comune della specie, come anche quello scientifico del genere (Lavandula), che richiama il gerundio latino del verbo lavare, trae origine dal fatto che queste piante erano molto utilizzate nell'antichità (soprattutto nel Medioevo) per detergere il corpo. Ancora oggi la lavanda è diffusamente coltivata (in Italia soprattutto in Piemonte e Toscana) per l’utilizzo nell’industria cosmetica come base per la profumazione di saponi e detersivi. Nel Lazio è presente come alloctona casuale nella zona costiera di Latina in ambiente rupestre.