Comune di Bassano in Teverina
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Nel corso del 2021 siamo intervenuti nel centro storico mettendo a dimora i seguenti alberi, principalmente da frutto:
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Nel corso del 2021 siamo intervenuti nel centro storico mettendo a dimora i seguenti alberi, principalmente da frutto:
Il melo è un piccolo albero deciduo di 3-10 metri di altezza, con una chioma densa ed espansa e apparato radicale superficiale. Le foglie sono alterne e semplici, a lamina ovale, leggermente seghettate, con apice acuto e base arrotondata, di 5-12 X 3-6 cm, glabre superiormente e leggermente tomentose sulla pagina inferiore. I fiori sono ermafroditi, di colore bianco-rosato e riuniti in piccoli corimbi. La fioritura avviene in primavera, contemporaneamente alla ripresa vegetativa. L'impollinazione è entomofila. Il frutto, detto pomo, o più comunemente mela, si forma per accrescimento del ricettacolo fiorale ed è perciò un falso frutto, mentre il frutto vero, derivato dall'accrescimento dell'ovario, è costituito in realtà dal torsolo. Il centro di origine del melo selvatico progenitore del melo coltivato sembra sia il Kazakistan.
Specie sempreverde con portamento sia arboreo sia arbustivo, raggiunge al massimo 8 – 10 metri di altezza; il tronco è sempre molto ramificato e la chioma è compatta. Le caratteristiche bacche dalla buccia rossa rugosa maturano in autunno
Piccolo albero (max 10 m) appartenente alla famiglia delle Fabacee, sempreverde a crescita molto lenta. Produce baccelli commestibili, le carrube. Ambiente: macchie e boscaglie costiere.
Albero di dimensioni anche grandi (fino a 30 m) dalla corteccia marrone-violaceo. I fiori bianchi sono disposti in corimbi. Il frutto è una drupa carnosa molto apprezzata dagli uccelli. Ambiente: boschi e arbusteti.
Piccolo albero poco longevo generalmente non più alto di 5 m, con apparato radicale molto espanso; fusto breve e contorto, con rami numerosi e fragili e corteccia grigio. Le foglie sono alterne, palmato-lobate, con picciolo di 3-6 cm, e lamina (5-10 x 8-15 cm) verde scura, ruvida superiormente, pubescente e più chiara di sotto, di forma molto variabile per età e varietà delle piante. L’infiorescenza che poi si trasforma nell’infruttescenza commestibile (i ben noti “fichi”), detta siconio, può essere di colore dal verde–giallo o violetto-bluastro. La specie è “funzionalmente” dioica, cioè sono presenti piante con funzione maschile, che alloggiano l’insetto impollinatore (Blastophaga psenes) nei siconi, dove è anche prodotto il polline, dette fico maschio (o caprifico), e piante con funzione femminile (i veri fichi), che contengono piccolissimi fiori femminili fertili insieme alla polpa dolce e commestibile. I frutti del caprifico invece non sono commestibili in quanto privi di polpa. Sia caprifico che fico possono produrre tre fruttificazioni all’anno, conseguenti alle generazioni dell’insetto: i fioroni precoci (sempre senza semi) a giugno-luglio, i forniti tardo estivi (agosto-settembre); la terza fruttificazione (autunnale) dei cimaroli, è di norma di scarso rilievo nel nostro paese.
Albero piuttosto longevo, diritto e vigoroso, alto fino a 25 m, corteccia a maturità scura e fessurata longitudinalmente e chioma ampia e densa. Le foglie sono grandi, imparipennate e composte da 5-9 segmenti ellittico-lanceolati a margine intero, con pagina superiore verde scuro ed inferiore nettamente più chiara. Fiori unisessuati: amenti maschili penduli (1x5-8 cm), di colore verde-bruno, fiori femminili all'apice dei rametti dell'anno in gruppi di 1-5. I frutti, solitari o a gruppi, sono caratteristiche drupe, ovali o globose (3-4 x 4-6 cm) con epicarpo carnoso (mallo) verde, ricchissimo di tannino, che copre un endocarpo legnoso marrone chiaro (noce), proteggente a sua volta il seme (gheriglio) a 4 lobi, oleoso e commestibile. Specie probabilmente originaria dell'Asia centro-occidentale, è comunque diffusa da epoca antichissima in tutta l'Europa sud-occidentale.
Il nespolo comune è un piccolo albero della famiglia delle Rosaceae, dalla chioma ampia, che può raggiungere i 4-5 m di altezza. È un albero longevo, che può diventare anche pluricentenario, dalla crescita molto lenta. È considerata una specie alloctona naturalizzata, essendo originaria del vicino oriente, ma la sua diffusione ad opera dell’uomo ha origini antichissime. Nelle piante selvatiche i giovani rami sono spinosi. Le foglie sono lanceolate, piuttosto grandi, tomentose nella pagina inferiore. La fioritura, molto abbondante, è piuttosto tardiva (in genere nel mese di maggio). È pianta molto visitata dalle api. Il frutto, detto nespola, è un pomo subsferico ricco di tannino e può essere consumato solo dopo maturazione successiva alla raccolta tardo autunnale. Ambiente: boschi e boscaglie termofile Consigli per la coltivazione e la cura
Albero sempreverde, molto longevo, di altezza fino a 10-15 m, con apparato radicale molto esteso e superficiale in grado di garantire alla pianta vigorosità anche su terreni rocciosi. Il tronco diviene con l'età largamente espanso alla base, irregolare, sinuoso e nodoso, spesso cavo; la chioma è grigio-argentea, densa e molto espansa negli esemplari non coltivati. La corteccia è grigio-verde e liscia da giovane, poi nodosa e screpolata. Le foglie sono semplici e opposte, coriacee, lanceolate, con margine intero, spesso revoluto. La pagina superiore è opaca, di colore verde glauco e glabra, quella inferiore è più chiara, sericeo-argentea per la presenza di peli con nervatura mediana prominente. I frutti sono drupe ovoidali (olive), di colore variabile dal verde al giallo al viola al nero violaceo, con mesocarpo oleoso e nocciolo legnoso. È specie tipicamente termofila ed eliofila, predilige climi secchi e asciutti ed è sensibile alle basse temperature. Vegeta nei terreni sciolti, grossolani o poco profondi, con rocciosità affiorante; è inoltre una delle specie più tolleranti alla salinità e può essere coltivato anche in prossimità dei litorali.
Piccolo albero da frutto caducifoglio (max 15 m), coltivato e naturalizzato in gran parte della regione. Si trova in boschi e boscaglie. Fiori bianchi.
Piccolo albero (max 10-12 m) caducifoglio. Produce le sorbe, piccoli pomi utilizzati per marmellate; ambiente: boschi e boscaglie
Albero ampiamente coltivato per la grande importanza economica nella produzione del legname e, specie in passato, nell’industria alimentare. Presente dopo l’ultima glaciazione in alcune aree di rifugio dell’Europa sudorientale e forse dell’Italia peninsulare, il suo areale è stato ampiamente esteso ad opera dell’uomo già in epoca preromana. Il castagno è una specie molto longeva, dal fusto colonnare, fessurato longitudinalmente negli esemplari maturi, e chioma espansa e rotondeggiante; può raggiungere una altezza variabile dai 10 ai 30 metri. Presenta grandi foglie lanceolate a margine seghettato; il frutto, la nota castagna, è un achenio ricco di amido racchiuso, in numero di 1-3, in un involucro spinoso comunemente chiamato riccio. La fioritura avviene a maggio-giugno e la fruttificazione a settembre-ottobre. Ambiente: boschi collinari e montani, talora monospecifici Consigli per la coltivazione e la cura
Albero che può raggiungere l'altezza massima di 20 m (mediamente 8-10 m), con fusto dai grossi rami irregolari e chioma globosa allargata; spesso il fusto viene capitozzato originando un fascio di rami aperti a ventaglio; è una specie piuttosto rustica e longeva, anche se sovente cariata all'interno del tronco. Foglie grandi (in media 5-8 x 7-10 cm), alterne, dalla lamina morbida, glabra e lucida sulle due facce, dal bordo finemente dentato; foglie dei polloni profondamente lobate. I fiori sono unisessuali o raramente ermafroditi, portati in amenti, i maschili lunghi 2-4 cm, i femminili globosi, lunghi 1-2 cm. I frutti sono infruttescenze ovali-arrotondate (sorosio o mora di gelso) di 1-2 cm, peduncolate, dolci, di colore biancastro, più raramente rossastro o anche nero. Introdotto in Europa dalla Cina in epoca medievale, successivamente acquisì importanza fondamentale per l’allevamento dei bachi da seta, che si cibano delle sue foglie, ed è perciò stato largamente coltivato in Italia, specialmente in pianura padana, fino agli anni ‘60.