Come si articola il servizio

Come già illustrato in altra pagina , il servizio di individuazione e validazione delle competenze è rivolto a chi intende mettere in valore i propri apprendimenti non formali ed informali, in vista dell’accesso alla certificazione delle competenze attraverso essi maturate. Il servizio di articola in due fasi, obbligatoriamente svolte da operatori abilitati presso organismi a ciò specificamente titolati :

  • la prima fase, denominata identificazione e messa in trasparenza delle competenze, è rivolta alla ricostruzione ed alla opportuna rappresentazione delle sue esperienze, sulla base delle Unità di competenza individuate. La fase termina con la produzione del Documento di trasparenza;
  • la seconda fase, denominata validazione, è rivolta a definire, sulla base di una analisi svolta da un operatore abilitato, se le esperienze maturate dal portatore del Documento di Trasparenza sono sufficienti al fine dell’accesso all’esame di certificazione delle competenze. La fase termina, in caso di esito positivo, con il rilascio del Documento di validazione.

Le due fasi, pur avendo fra loro un rapporto di propedeuticità (Il Documento di trasparenza è condizione di accesso alla validazione), possono essere svolte presso due distinti soggetti titolati, richiedendo in ogni caso il ricorso a due diversi operatori abilitati.

Il possessore del Documento di trasparenza non ha alcun obbligo a proseguire il servizio fino all’ottenimento del Documento di validazione.

La fase di identificazione e messa in trasparenza delle competenze

La fase ha due obiettivi:

  • individuare – sulla base di una analisi preliminare delle esperienze svolte e delle (eventuali) evidenze che le attestano – le Unità di Competenza maggiormente coerenti e “sostenibili”, in termini di probabile possesso dei necessari apprendimenti da parte del richiedente;
  • rappresentare in modo “trasparente” le caratteristiche oggettive e soggettive delle esperienze coerenti con le Unità di Competenza individuate, in modo da consentire a soggetti terzi (un potenziale datore di lavoro, l’operatore del servizio di validazione, …) di comprenderne contenuti, caratteristiche e potenziale valore.A partire dalla richiesta al soggetto titolato della persona interessata al servizio, l’identificazione si realizza attraverso una prima analisi delle esperienze rappresentate dall’individuo nel proprio curriculum vitae, mediante colloquio individuale semi strutturato, condotto dall’operatore abilitato avvalendosi del supporto informativo dell’Atlante del Lavoro e delle Qualificazioni. Di seguito la tipica organizzazione del servizio.
  • Attraverso l’esame del curriculum vitae e la conduzione di un primo breve colloquio, rivolto alla narrazione delle esperienze, sono messe a fuoco le attività prevalenti svolte nei contesti di studio, lavoro e vita personale.
  • Partendo dalle attività l’operatore, sempre mediante interlocuzione con il richiedente, verifica la coerenza della qualificazione richiesta, individuando le Unità di Competenze più vicine alle esperienze narrate. E’ infatti possibile che il “desiderio” della persona trovi limiti applicativi nelle caratteristiche effettive delle esperienze, con la necessità di possibili messe a fuoco e revisioni. E’ altresì possibile che esistano più qualificazioni potenzialmente coerenti, anche diverse da quella originariamente individuata dal richiedente. La qualificazione e le relative Unità di Competenza sono ricercate in primo luogo nel relativo Repertorio regionale ; ove l’esperienza maturata dal richiedente non trovasse adeguati riferimenti in tale sede, l’operatore abilitato ha la facoltà di proseguire il servizio con riferimento ad un repertorio di altra Regione, contenuto nel Quadro Nazionale delle Qualificazioni Regionali . E’ però importante sapere che … le Unità di Competenza tratte da Repertori diversi da quello della Regione Lazio non potranno essere oggetto del servizio di validazione da parte di soggetti titolati da parte della Regione stessa. E’ facoltà del richiedente terminare a questo punto il processo, senza sostenere alcun costo. Inoltre, nel caso in cui emerga un numero rilevante di potenziali Unità di Competenza, il richiedente è supportato nella scelta di un più ristretto insieme, da assumere come il reale obiettivo della successiva messa in trasparenza.
  • La scelta conclude l’identificazione ed è sancita dalla sottoscrizione del patto di servizio, rivolto ad esprimere il miglior equilibrio fra strategia personale (a quali qualificazioni il richiedente è interessato, in funzione della propria prospettiva personale) e sostenibilità (data da pertinenza  delle esperienze e valore delle evidenze ). L’insieme delle Unità di Competenza esplicitamente indicate nel Patto come oggetto del servizio di messa in trasparenza non è modificabile in corso di erogazione. E’ dunque molto importante che il richiedente sia “convinto” della bontà della propria scelta.
  • L’operatore abilitato provvede a contestualizzare il Documento di trasparenza rispetto alle Unità di Competenze identificate e formalizzate, in modo da poter condurre la successiva fase del processo.

L’identificazione si avvia e conclude in un tempo molto breve, in ogni caso nell’ambito del primo incontro.

La messa in trasparenza si realizza attraverso più colloqui individuali strutturati, rivolti ad acquisire e formalizzare in un testo scritto le caratteristiche delle esperienze maggiormente utili per dare dimostrazione del possesso di una più conoscenze  e/o abilità  che costituiscono le singole Unità di Competenza oggetto del Patto di servizio. Il documento di trasparenza adottato dalla Regione Lazio prevede due livelli di descrizione:

  • la rappresentazione oggettiva, rivolta a descrivere ogni esperienza (istruzione, formazione, lavoro, attività di vita personale) indicando la sua durata temporale, i referenti dell’organizzazione in cui si è svolta, i ruoli assunti dal richiedente ed i loro contenuti, le evidenze a sostegno di quanto dichiarato. Ogni esperienza può contribuire in misura più o meno rilevante ad una o più Unità di competenza fra quelle per le quali si è richiesta la messa in trasparenza;
  • la rappresentazione soggettiva, rivolta ad argomentare, attraverso una rappresentazione riflessiva, come le diverse esperienze descritte abbiano concorso – ognuna per le proprie specificità – a far maturare apprendimenti significativi rispetto alle caratteristiche delle Unità di Competenze in oggetto.

Il punto chiave del processo di messa in trasparenza è il passaggio dall’oralità alla scrittura: compito primario dell’operatore è supportare il richiedente dapprima nel racconto di caratteristiche e significato delle proprie esperienze e, successivamente, nella loro rappresentazione attraverso testi il più possibile “chiari” nei termini utilizzati e nella loro effettiva corrispondenza con quanto effettivamente avvenuto. Il passaggio dall’oralità alla scrittura è un processo circolare: si parla per scrivere e si rilegge per riflettere e meglio specificare. Due essenziali riferimenti tecnici di questo processo sono i contenuti di conoscenza ed abilità delle Unità di Competenza e i descrittivi del Quadro Europeo delle Qualificazioni – EQF.

La messa in trasparenza si svolge ordinariamente attraverso due o più incontri in presenza fra richiedente ed operatore abilitato, presso la sede del soggetto titolato, intervallati da attività di affinamento del CV, raccolta di evidenze e scrittura di bozze di Documento di Trasparenza a cura dell’individuo interessato. L’operatore supporta il richiedente nell’esame delle singole esperienze ed evidenze in termini di valore e pertinenza e nella formalizzazione di un’ipotesi di loro relazione con le Unità di Competenza oggetto di messa in trasparenza. Il processo è concluso dalla sottoscrizione da parte del richiedente del Documento di trasparenza risultante, per assunzione di responsabilità circa quanto in esso dichiarato. L’operatore sottoscrive a sua volta il Documento  per sola conferma del servizio svolto, non assumendo attraverso tale atto alcuna responsabilità, anche indiretta, circa la verità di quanto in esso dichiarato.

Il Documento di trasparenza, con valore di attestazione di parte prima, è infine consegnato in originale al richiedente, anche al fine del suo eventuale impiego in successivi procedimenti di valorizzazione degli apprendimenti formali, non formali ed informali e per l’accesso al servizio di validazione delle competenze.

Per esaminare un caso di identificazione e messa in trasparenza accedi alla specifica pagina della sezione del Centro risorse CLARICE rivolta alla abilitazione degli operatori.

Clicca qui per esaminare il format tipo di Documento di Trasparenza.

La fase di validazione delle competenze

La fase ha l’obiettivo di riconoscimento delle competenze acquisite dalla persona in un contesto non formale o informale, al fine dell’eventuale accesso al servizio di certificazione.

La valutazione è svolta da una risorsa abilitata, diversa da quello che ha supportato la redazione del Documento di trasparenza, operante in ogni caso nell’ambito di un organismo titolato. Di seguito la tipica organizzazione del servizio.

  • L’operatore svolga l’analisi preliminare del Documento di trasparenza, integrato dal curriculum vitae e dalle evidenze, rivolta alla valutazione di quantità e qualità della documentazione, tramite applicazione di criteri di valore e pertinenza. In questa fase non vi è interazione diretta con il richiedente la validazione.
  • All’analisi documentale segue l’audizione del richiedente, che completa la valutazione apprezzativa degli apprendimenti maturati rispetto alle Unità di Competenza in oggetto. Nel caso in cui l’insieme degli elementi informativi raccolti non appaia sufficiente a riconoscere le competenze, l’operatore svolge una valutazione misurativa , intesa quale colloquio tecnico o prova prestazionale in presenza del richiedente, supportato da un operatore autorizzato allo svolgimento delle attività valutative per gli aspetti di contenuto curriculare e professionale, tratto dal relativo elenco regionale . L’opportunità e il grado di approfondimento di questa valutazione sono bilanciati in funzione del valore e della pertinenza della documentazione allegata al Documento di trasparenza.
  • L’operatore abilitato che ha iniziato il processo redige una scheda di valutazione per ogni singola Unità di Competenza, a motivazione dell’esito del servizio. Ove l’esito sia positivo, l’operatore provvede altresì alla redazione del Documento di validazione, nel quale sono indicate tutte le Unità di Competenza certificabili. Il Documento di validazione è sottoscritto dall’operatore abilitato, per assunzione di responsabilità, dal richiedente, per accettazione e conferma del servizio svolto. Il Documento è numerato dall’ente titolato presso cui si è svolto il servizio, che ne garantisce la tracciabilità e la corretta archiviazione, unitamente a tutta la documentazione utilizzata/prodotta durante il servizio. Ove l’esito sia negativo, l’operatore motiva al richiedente le ragioni, facendo esplicito riferimento alla scheda di valutazione utilizzata per la validazione. La restituzione assume la funzione primaria di supporto all’apprendimento permanente, attraverso la messa in evidenza degli aspetti su cui appare necessario il rafforzamento delle conoscenze e delle abilità.

Il Documento di validazione, con valore di attestazione di parte seconda pubblica, è infine consegnato in originale al richiedente, anche ai fini del suo impiego in successivi procedimenti di certificazione. Il soggetto titolato dà comunicazione obbligatoria alla Regione del rilascio del Documento di validazione, con indicazione dei dati in esso contenuti.

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Attenzione!

Il costo del servizio di validazione non dipende dal suo esito, avendo in contropartita l’impegno degli operatori e del soggetto titolato. Clicca qui per accedere agli standard di servizio e di costo .

Per un approfondimento metodologico sulla funzione di validazione accedi alla specifica pagina della sezione del Centro risorse CLARICE rivolta alla abilitazione degli operatori.