Il riconoscimento pubblico del valore degli apprendimenti non formali ed informali , così come degli apprendimenti formali, anche relativi a percorsi non conclusi, è un importante diritto, che può consentire di giungere ad una qualifica senza frequentare un corso di formazione. E’ però necessario che la persona interessata valuti con attenzione la forza e la significatività delle esperienze maturate, evitando comportamenti semplificatori ed affrettati. La certificazione delle competenze è un processo articolato che richiede un significativo impegno personale, a fronte di un risultato finale che può anche essere al di sotto delle attese.
Gli enti titolati che offrono il servizio di individuazione e validazione hanno una responsabilità chiave. Da un lato devono supportare il potenziale richiedente al corretto approccio al sistema, dall’altro non devono essi stessi cadere nell’errore di usare la possibilità data dalla certificazione come un eccessivo “strumento di marketing” della propria offerta, ad esempio facendo promesse non realistiche o scarsamente etiche. Tanto più che i soggetti titolati realizzano il servizio a titolo oneroso, per quanto nel rispetto dei massimali di costo stabiliti dalla Regione.
La Regione Lazio ha istituito un insieme di norme e procedure per tutelare tanto i richiedenti, quanto gli enti titolati che si muovono in piena correttezza. Un aspetto centrale è dato, appunto, dagli standard minimi di informazione.
L’ente titolato deve assicurare la presenza di:
- idonea informazione circa le modalità di accesso, i diritti, i doveri e gli obblighi, i possibili esiti ed il valore delle attestazioni rilasciabili, rivolta a favorire la libera e consapevole scelta della eventuale richiesta da parte dell’individuo interessato;
- adeguate modalità di accoglienza, rivolte alla verifica dei requisiti di accesso ed alla identificazione dell’effettivo bisogno dei servizi.
Le informazioni minime necessarie per una scelta consapevole sono:
- la definizione sintetica di cosa va inteso per individuazione e validazione e per certificazione delle competenze;
- la verifica della effettiva presenza nel repertorio regionale delle competenze e dei profili della qualificazione di interesse;
- le caratteristiche organizzative dei servizi erogabili dal soggetto titolato, gli standard minimi di prestazione garantita ed i relativi costi ;
- il richiamo alla obbligatoria sottoscrizione, da parte del richiedente, di specifico patto di servizio.
Infine, è importante ricordare che il comportamento dell’ente titolato, anche nelle azioni promozionali della propria offerta, non deve mai contrastare quanto disposto dal D.lgs. 6 settembre 2005, n. 206 e s.m.i., “Codice del consumo, a norma dell’articolo 7 della legge 29 luglio 2003, n. 229”.
Se sei interessato al servizio di individuazione e validazione, preliminare all’accesso all’esame di certificazione, e vuoi verificare se l’ente titolato a cui ti rivolgi sia autorizzato ad attivare il processo, trovi qui gli standard informativi minimi che esso deve obbligatoriamente utilizzare per proporre questa possibilità. Verifica che tutti gli elementi previsti siano realmente presenti.
Ricorda che hai sempre diritto a segnalare alla Regione, sotto il vincolo della tutela della privacy, eventuali inadempimenti da parte dell’ente titolato e degli operatori impegnati nell’erogazione dei servizi, scrivendo all’indirizzo urp@regione.lazio.it