L’Unità di Competenza “Pianificare e realizzare le attività valutative rivolte al riconoscimento dei crediti formativi” è, come la sua denominazione lascia chiaramente intendere, strettamente rivolta alla valorizzazione degli apprendimenti (non necessariamente competenze ma anche singole conoscenze) come crediti di ammissione e crediti di frequenza.
Questa competenza è acquisibile solo a valle dello studio della UC “Accompagnare e supportare l’individuazione e la messa in trasparenza delle competenze, anche al fine del riconoscimento dei crediti formativi”, necessariamente propedeutica. ON vi è invec alcun rapporto di propedeuticità verso la Unità di Competenza “Pianificare e realizzare le attività valutative rivolte alla validazione delle competenze”.
Essendo la formazione professionale competenza esclusiva della Regioni, non esiste un riferimento nazionale, né normativo, né metodologico, per la validazione al fine del riconoscimento dei crediti. Il percorso di apprendimento deve dunque riferirsi primariamente alle scelte compiute dalla Regione Lazio, che in larga misura vedono comunque simiglianze di metodo con quanto sviluppato dalla più parte delle Regioni che dispongono di propri sistemi di riconoscimento. Ciò anche perché il processo di validazione è modellato, per le parti applicabili, su quello relativo alle competenze, così come definito nei suoi livelli essenziali dal Decreto 30 giugno 2015.
Per apprendere autonomamente questa competenza ti consigliamo il seguente percorso minimo:
1) termina il percorso di apprendimento della UC relativa ad identificazione e messa in trasparenza;
2) vai ora in CLARICE e leggi con attenzione lo standard dell’Unità di competenza della Regione Lazio, che trovi qui. Dalla stessa pagina puoi raggiungere anche lo standard di percorso formativo: leggilo. Ora sai quali sono le conoscenze e le abilità che dovrai acquisire;
3) inquadra ancora una volta la posizione del riconoscimento del sistema regionale di messa in valore degli apprendimenti;
4) clicca qui per scaricare la Dispensa n. 3 – “VALIDAZIONE DEGLI APPRENDIMENTI RIVOLTA AL RICONOSCIMENTO DEI CREDITI FORMATIVI”, estratta dai materiali a suo tempo utilizzati nell’ambito del Progetto Pilota “Formazione Valore Apprendimento”, opportunamente rivisti. Esaminala utilizzando la traccia di lettura che trovi in calce a questa pagina;
5) scarica ed esamina un caso esemplificativo di riconoscimento di crediti. E’ la naturale prose-cuzione del caso di identificazione e messa in trasparenza che hai già incontrato nella preparazione della relativa UC. Chiediti quali potrebbero essere stati i comportamenti dell’operatore abilitato per giungere a questo risultato;
6) prepara o rivedi il tuo Documento di trasparenza, per lo specifico della UC “Pianificare e realizzare le attività valutative rivolte al riconoscimento dei crediti formativi”. Se ne hai studiato a fondo le caratteristiche, sei in una migliore condizione per verificare se hai identificato e ben rappresentato tutte le esperienze che possono concorrere a dimostrare il suo possesso;
7) utilizza il glossario di CLARICE per affinare il tuo linguaggio, rendendolo professionale. Accertati di aver chiaro il contenuto delle norme applicabili, consultando i loro testi in originale.
La dispensa è stata a suo tempo redatta con riferimento ad un contesto d’uso caratterizzato dalla presenza di un docente e di significative interazioni di aula con e fra i partecipanti. Essa non è dunque un documento auto-consistente, quanto piuttosto un insieme di schede oggetto di commento e riflessione. Per aiutarti ad utilizzarla al meglio, trovi di seguito una traccia di lettura articolata per blocchi di pagine. Se rilevi termini o concetti non chiari, utilizza le risorse di Clarice per cercare una risposta alle tue domande.
Pagine da 3 a 8
Presenta, con un approccio mutuato dal knowledge management, una tassonomia del sapere, termine che è qui volutamente impiegato in luogo di competenza, interamente ricompresa in esso. Il sapere è il riferimento per il riconoscimento dei crediti. La tassonomia mostra il tipico problema – teorico e pratico – che si ha quando si cerca di dare “equivalenza in valore” fra saperi a natura formale-codificata (la parte gialla dello schema a forma quadra) e saperi a natura empirica (la parte azzurra), derivanti dall’esperienza e dotati di uno statuto epistemologico ben differente da quello dei primi. Il riconoscimento dei crediti implica spesso il passaggio attraverso la diagonale che separa questi ultimi dai primi. In pagina 9, in particolare, si evidenzia come ai differenti tipi di saperi corrispondono rappresentazioni ed oggetti valutativi fra loro differenti (dagli enunciati alle narrazioni, o direttamente l’azione del soggetto in un contesto reale o simulato).
Pagina 9
Dai saperi si passa qui all’apprendimento. Si propongono alcune affermazioni di J.Bruner sulla duplice natura dello stesso (“vi sono due tipi…”), che di nuovo sottolineano la differenze di fondo fra teoria e pratica nell’ “ordinamento dell’esperienza e di costruzione della realtà”, portando anche qui ad una differenza di natura valutativa (“argomentazione/racconto”). E un passaggio teorico fondamentale per comprendere tutto il processo di validazione (soprattutto per il riconoscimento dei crediti): per comprendere se una persona fortemente interessata da saperi acquisiti attraverso apprendimento pratico “sa”, la valutazione della verosimiglianza di un buon racconto è più opportuna che la richiesta della produzione di una argomentazione teorica “per verità”. Detta in altro modo: far sostenere ad una persona un esame per sapere se hai dei crediti, con i quali accederà ad un corso che sarà comunque concluso con un esame, non è né corretto metodologicamente (si userebbe la metrica della verità per misurare saperi che necessitano invece di quella della verosimiglianza), né utile al punto di vista pratico. L’operatore rifletta qui sull’apparato metodologico di cui deve disporre per valutare in modo apprezzativo (vedi oltre), invece che misurativo.
Pagina 10
Il ragionamento su saperi pratici ed apprendimento prosegue con una citazione da un volume francese di pedagogia degli adulti, che sottolinea come “chi è abituato a fare” non sia di solito affatto attrezzato a “saper spiegare cosa, come e perché fa”. Da qui l’importanza della figura dell’operator abilitato, che deve sup-portare il portatore del diritto nell’esercizio (a volte difficile) da dare rappresentazione trasparente e valutabile delle sue competenze. Se la valutazione di un credito è legata all’apprezzamento della verosimiglianza di un buon racconto, bisogna far sì che che sa sia posto nelle condizioni di poter produrre il buon racconto.
Pagine da 11 a 14
E’ proposta una sequenza di citazioni da autori, fra loro volutamente diversi per ambito disciplinare, com-plessivamente rivolti a riflettere sui nessi fra pensiero, linguaggio e rappresentazione, orale e scritta. In filigrana, le citazioni disegnano una linea di ragionamento utile tanto alla miglior redazione dei documenti di trasparenza, quanto alla valutazione apprezzativa degli apprendimenti maturati attraverso l’esperienza. L’esercizio per il lettore è la ricostruzione delle relazioni che collegano questi frammenti di un discorso e l’autoriflessione sulle loro conseguenze metodologiche.
Pagine da 15 a 16
Sono proposti alcuni spunti di riflessione attorno al tema “biografia cognitiva”, vista come una metodologia utilizzabile (senza però debordare in orientamenti clinico-terapeutici…) per supportare il passaggio dall’oralità alla scrittura, sia durante la messa in trasparenza, sia a fini valutativi della “verosimiglianza del buon racconto” incontrata a pagina 9.
Pagine da 17 a 20
Un ultimo insieme di citazioni, nuovamente da una pluralità di autori, anche non di letteratura scientifica, rivolta ad attivare spazi di riflessione sulla rappresentazione linguistica della realtà individuale (e dunque dell’esperienza), l’esercizio dell’autonoma ed i comportamenti dell’operatore abilitato. Nuovamente si richiede all’operatore di leggere criticamente, proiettare sul processo di validazione e porsi un po’ di domande autoriflessive.
Pagina 21
Terminato il percorso fra spunti teorici, inizia qui l’ultima sezione delle dispensa, relativa al processo di riconoscimento dei crediti. La pagina è dedicata a porre in luce la differenza fra valutazione apprezzativa (che si fonda su quanto visto fino a qui) e valutazione misurativa (che sarà l’oggetto prevalente della UC relativa alla certificazione delle competenze).
Pagine da 22 a 31
Blocco dedicato all’esame di diversi aspetti metodologico-applicativi della validazione apprezzativa a fini di riconoscimento del credito di ammissione e dei crediti di frequenza. Se ne consiglia lo studio in modo integrato con i contenuti delle specifiche pagine di Clarice sul processo di riconoscimento, di cui costituiscono il complemento.
Pagina 32
Si propone un focus sui rapporti fra riconoscimento del credito di ammissione e selezione in ingresso ad un percorso formativo (ove prevista), ricordando che la prima va svolta sempre antecedentemente alla seconda e che i due momenti si basano su due approcci metodologici fra loro ben diversi, ovvero “apprezzamento” e “misura”. Da dove l’importanza di un loro rapporto non distorto. Un problema la cui soluzione è in gran parte nelle mani dell’operatore abilitato.
Pagina 33
Da ultimo, si richiamano alcuni principi amministrativi del riconoscimento, per una più trattazione dei quali si rimanda alle specifiche pagine di Clarice ed alle specifiche norme regionali.