L’Unità di Competenza “Pianificare e realizzare le attività valutative rivolte alla validazione delle competenze” conclude la serie delle unità abilitanti, implementando quanto previsto dal Decreto 30 giugno 2015 per lo specifico della “Funzione di pianificazione e realizzazione delle attività valutative”, descritta in dettaglio nell’allegato 8 dello stesso.
Oggetto dell’Unità sono due distinti processi, entrambi svolti da operatori abilitati:
– la validazione degli apprendimenti al fine delle accesso dei candidati alla certificazione delle competenze;
– la pianificazione e la conduzione dell’esame svolto in modalità certificatoria, inclusa la proposta di disegno delle sue componenti valutative (audit, prova prestazionale, colloquio tecnico), oggetto di condivisione con gli altri membri della Commissione, fra cui in particolare gli operatori autorizzati all’esercizio delle attività valutative per gli aspetti di contenuto curriculare e professionale, tratto da apposito elenco.
I due processi, differenziati per metodi e modalità valutative, hanno in comune la capacità dell’operatore abilitato di leggere ed interpretare le Unità di competenza non solo in termini di loro contenuti di conoscenza ed abilità, ma soprattutto con riferimento a:
– gli indicatori di valutazione del possesso della competenza, visti come il riferimento pubblico comune per svolgere la validazione e la certificazione;
– la prestazione minima attesa in esito all’esame, vista come la soglia minima che il candidato deve dimostrabilmente raggiungere al fine di acquisire la certificazione della relativa Unità di competenza.
Nella descrizione delle singole Unità di competenza si trovano dunque due diversi riferimenti di performance:
– il risultato atteso, che esprime la prestazione professionale che una persona certificata si attende sia in grado di ottenere in un contesto di lavoro;
– il combinato “indicatori di valutazione e prestazioni minima attesa”, che esprime invece cosa l’esame pubblico garantisce al minimo essere oggetto di verifica e di suo positivo esito.
Come si vedrà in dettaglio in altre pagine, un esame (qualunque esame, anche quello della patente di guida o, l’esame di maturità) è sempre basato sul principio metodologico della “parte per il tutto”: non essendo possibile “verificare il possesso del tutto”, si scelgono non casualmente modalità che, riconducendo il costo della verifica a caratteristiche di pratica sostenibilità, assicurano una adeguata “copertura in scala” delle caratteristiche essenziali di quanto in valutazione. A questo servono gli indicatori di valutazione e le relative soglie minime di prestazione, standard pubblici che esplicitano le caratteristiche essenziali “della parte” oggetto di esame, in modo da garantire il corretto passaggio “al tutto” (la competenza certificata).
Definire gli indicatori di valutazione e le soglie di prestazione minima non è normalmente un compito proprio degli operatori abilitati: esso è svolto direttamente dalla Regione, in sede di sviluppo e revisione del proprio repertorio delle competenze e dei profili. Però, la comprensione della logica soggiacente alla scelta “della parte per il tutto”, compiuta dalla Regione, deve necessariamente essere posseduta e compresa dagli operatori abilitati, che utilizzano professionalmente indicatori e soglie per svolgere i propri compiti di istituto. Anche il Decreto 30 giugno 2015 prevede, fra le varie funzioni affidate agli operatori abilitati, la “definizione, ove necessario, degli indicatori oggetto di osservazione e degli standard minimi di prestazione a partire dallo standard professionale di riferimento”. Costruire motivatamente indicatori e soglie è un tema valutativo essenziale, ai fini della abilitazione.
Da ultimo, è importante sottolineare come – anche guardando al più generale contesto-Paese – tutta la tematica della valutazione misurativa sconti problemi di cultura, non solo per lo specifico delle competenze, riferimento in sé già segnato da una non forte “tradizione” di teorie e prassi dell’apprendimento formale. Creare le condizioni di sistema per superare l’approccio della valutazione derivata dalla legge 845/78 richiede tempo e progressività.
E’ per questo che si è parlato di una competenza “complessa”: per gli aspetti intrinseci (differenti funzioni, questioni metodologiche non sempre immediate), come per le caratteristiche di contesto e sistema in cui il Decreto 30 giugno 2015 la colloca, fra i livelli essenziali di prestazione del sistema nazionale di certificazione, per lo specifico del Quadro Nazionale delle Qualificazioni Regionali.
Per apprendere autonomamente questa competenza ti consigliamo il seguente percorso minimo:
1 parti innanzitutto dal MOOC VALI.CO – Individuazione e validazione competenze di INAPP e completa i moduli 2 “Progettare e realizzare la valutazione” e 3 “Valutare gli aspetti curriculari e professionali”, che costituiscono orientamento metodologico generale;
2 torna ora in CLARICE e leggi con attenzione lo standard dell’Unità di competenza della Regione Lazio, che trovi qui. Dalla stessa pagina puoi raggiungere anche lo standard di percorso formativo: leggilo. Ora sai quali sono le conoscenze e le abilità che dovrai acquisire;
3 inquadra, anche se a questo punto dovresti già averlo fatto, il sistema regionale di messa in valore degli apprendimenti, focalizzando l’attenzione sulla posizione della funzione di identificazione e messa in trasparenza;
4 Clicca qui per scaricare la dispensa n.4 – “VALIDAZIONE E CERTIFICAZIONE DELLE COMPETENZE”, estratta dai materiali a suo tempo utilizzati nell’ambito del Progetto Pilota “Formazione Valore Apprendimento”, aggiornati sulla base dell’evoluzione del quadro delle pratiche. Esaminala utilizzando la traccia di lettura che trovi in calce a questa pagina. Confronta i suoi contenuti con le risorse di apprendimento del MOOC VALI.CO e di Clarice. Vedrai che il Lazio ha scelto, in una logica di progressività, un approccio parzialmente semplificato, al quale ti devi riferire per sostenere l’esame abilitante;
5 scarica ed esamina un caso di studio di disegno di esame svolto in modalità certificatoria;
6 utilizza il glossario di CLARICE per affinare il tuo linguaggio, rendendolo professionale. Accertati di aver chiaro il contenuto delle norme applicabili, consultando i loro testi in originale.
La dispensa è stata a suo tempo redatta con riferimento ad un contesto d’uso caratterizzato dalla presenza di un docente e di significative interazioni di aula con e fra i partecipanti. Essa non è dunque un documento autoconsistente, quanto piuttosto un insieme di schede oggetto di commento e riflessione. I contenuti originali sono stati inoltre rivisti ed aggiornati, con l’introduzione di alcune semplificazioni, sulla base dello stato dell’arte delle pratiche valutative in Italia, nonché in vista della implementazione, sull’Atlante del Lavoro e delle Qualificazioni, dei c.d “Quadri delle Risorse a supporto della Valutazione”, non oggetto della presente versione dei materiali.
Per aiutarti ad utilizzare al meglio i materiali, trovi di seguito una traccia di lettura articolata per blocchi di pagine. Se rilevi termini o concetti non chiari, utilizza le risorse di Clarice per cercare una risposta alle tue domande.
Pagina 3
E’ ripresa in forma sintetica l’articolazione da Decreto 30 giugno 2015 dell’Unità di competenza abilitante, con la messa in evidenza dei suo due nuclei tematici di abilità, corrispondenti rispettivamente i) alla validazione delle competenze e ii) alla procedura di certificazione, per gli aspetti di pianificazione, progettazione e supporto al processo di valutazione.
Pagine da 5 a 9
Sono dedicate alla presentazione del processo di individuazione e validazione, comparativamente a quello di riconoscimento dei crediti formativi. Ciò in modo da evidenziare le numerose parti comuni così come le differenze espressione del loro diverso scopo.
Pagine da 10 a 11
E’ richiamata in sintesi l’articolazione del processo di validazione, con indicazione di input, fasi ed output. Utile come riferimento schematico di natura procedurale, su cui leggere gli aspetti di metodo, oggetto delle pagine successive
Pagine da 12 a 16
Sono presentate comparativamente le due modalità valutative (apprezzamento e misura) che possono interessare il processo di validazione. La prima è assunta quale quella obbligatoria (a partire dal principio “non ha senso fare ad una persona un esame per decidere se ammetterla ad un esame dalle assai simili caratteristiche…”) per condurre la validazione, la seconda potendo essere utilizzata come “garanzia di ultima istanza”, ove il richiedente non sia valutato idoneo all’accesso alla certificazione. A pagina 14 una schema riassuntivo mostra il rapporto fra valutazione apprezzativa (esame preliminare ed audit) ed eventuale valutazione misurativa (disegno valutativo e conduzione di colloquio/prova), evidenziando come in ogni caso al termine del processo vada consegnata la scheda tecnica di valutazione (vedi per dettaglio pagina 17), documento con cui l’operatore abilitato indica le motivazioni alla base del rilascio, o meno, del Documento di validazione. Nelle pagine 15 e 16 si riprendono i concetti, propri della valutazione apprezzativa, già visti per il riconoscimento dei crediti formativi.
Pagina 17
Si presenta il fac simile di Scheda di valutazione a fini di validazione, che supporta le tre distinte operazioni di i) valutazione preliminare del Documento di trasparenza e delle relative evidenze; ii) svolgimento dell’audit, sulla base degli esiti ella valutazione preliminare e iii) ove del caso, svolgimento della valutazione misurativa.
Pagina 18
Sono proposti, a fini di riflessione, tre idealtipi di comportamenti di validazione, i primi due chiaramente errati per opposta ragione; il terzo consigliato come guida di condotta.
Pagine da 19 a 20
La sezione sulla validazione è conclusa dal richiamo dei ruoli e delle responsabilità dei diversi attori, che può essere utilizzato come check list del processo.
Pagine da 21 a 24
Si apre qui la sezione dedicata agli aspetti metodologici della valutazione misurativa, che ruota attorno alla differenza fra i) il risultato atteso di una competenza (ciò che una persona qualificata ci si attende sappia fare in un qualunque contesto di lavoro), ii) gli indicatori di valutazione, intesi come “la parte” di una competenza oggettivamente valutabile in un contesto di esame, definita in modo da poter certificare “il tutto” e iii) la prestazione minima attesa, vista come la soglia a cui un candidato interessato dalla valutazione deve almeno giungere per poter considerare positivamente concluso il proprio esame. E’ un punto fondamentale della competenza abilitante. A questa pagina si propongono alcuni esempi di costruzione di indicatori e soglie di performance, a partire da Unità di competenza, ricordando che tale tematica è parte dell’esame abilitante, ordinariamente basato su una prova scritta.
Pagina 25
Si riassume in una tavola l’intero processo di certificazione, visto nella prospettiva dell’operatore abilitato e riferito ad un candidato accedente attraverso validazione di apprendimenti formali e non formali. In dettaglio:
– in alto, si osserva in colore grigio la tipica struttura di una Unità di competenza, articolata per ragioni grafiche in due parti: i) il nucleo “Conoscenze”, “Abilità”, “Livello EQF” ed “Indicatori di valutazione”) e ii) la soglia minima di prestazione attesa
– al lato opposto, in basso a sinistra, si colloca il set informativo del candidato alla certificazione (Dossier, in color mattone), composto da CV, Documento di trasparenza, Documento di validazione e relativa scheda tecnica di supporto, oltreché dalle evidenze);
– sopra tale entità, in bordato rosso a tratteggio si ha la prima parte del lavoro valutativo dell’operatore abilitato, funzionale alla pianificazione dell’esame ed al disegno delle relative prove. Si distinguono in particolare due funzioni: i) l’esame sintetico della sua “biografia professionale e di vita” relativa alle competenze di interesse e ii) l’esame analitico, in termini di valore e pertinenza, delle esperienze e relative evidenze, questo secondo svolto assumendo a riferimento tutte le componenti informative dell’unità di competenza, ad eccezione del livello di soglia della performance;
– l’esercizio di analisi e sintesi confluisce nella scheda di pre-esame, recante motivatamente la proposta di disegno valutativo, articolabile in audit, colloquio tecnico e prova prestazionale, così come da Decreto 3 giugno 2015. Come si osserva, il disegno della prova tiene conto, per evidenti ragioni organizzative, anche delle caratteristiche degli altri candidati, parte fra i quali potrebbero anche provenire da percorsi di apprendimento formale, nonché della altre UC costituenti il profilo professionale;
– infine, la proposta di disegno valutativo, una volta assunta e specificata in senso tecnico dalla Commissione di esame, è erogata al candidato, che è valutato sulla base della prestazione minima attesa, giungendo o meno alla certificazione.
Tutti i contenuti qui anticipati sono oggetto di dettaglio nelle successive pagine.
Pagine da 26 a 31
Si trova qui la sezione dedicata alla pianificazione del processo di certificazione delle competenze, con il richiamo delle condizioni di accesso (differenziate sulla base del tipo di apprendimento del candidato), della composizione-tipo della Commissione, degli input informativi e dei relativi output. E’ importante dedicare attenzione a pagina 30, ove si richiamano alcuni principi generali, fra cui la necessità di prevedere un bilanciamento delle prove sulla base della qualità e della quantità della documentazione dei candidati provenienti da apprendimenti non formali, come stabilito dal Decreto 30 giugno 2015.
Pagine da 32 a 41
Prende qui inizio qui la sezione dedicata al disegno dell’esame. In queste prime pagine si richiamano le esigenze di disegno della valutazione misurativa e si introduce il format di scheda di pre-esame, oggetto di spiegazione nelle sue componenti analitica e sintetica e nel disegno della proposta valutativa. Sono distinte e poste fra loro in relazione le tre “tecnologie” disponibili alla Commissione, ovvero audit, prova prestazionale e colloquio tecnico, con indicazioni tecniche sul loro disegno.
Pagine da 42 a 45
La dispensa termina con alcune indicazioni procedurali relative alla conduzione delle sessioni di certificazione, in termini di flusso di processo e requisiti obbligatori.
Un consiglio: l’esame abilitante della UC è ordinariamente reso in forma di prova prestazionale, intesa come risoluzione di un caso composto da: i) lo sviluppo, per un profilo dato, degli indicatori di valutazione e delle soglie di prestazione minima delle relative Unità di competenza e ii) l’analisi di un dossier di un ipotetico candidato e la conseguente redazione della scheda di pre-esame, fino al disegno di audit, colloquio tecnico e prova prestazionale. Se lo studio della dispensa assume ovviamente un valore fondante, è del tutto opportuno che essa sia accompagnata dalla lettura degli Esempi commentati Indicatori e soglie e del caso di studio che trovi sempre in Clarice.