L’Unità di Competenza “Accompagnare e supportare l’individuazione e la messa in trasparenza delle competenze, anche al fine del riconoscimento dei crediti formativi” ha una posizione fondamentale nell’intera architettura del sistema regionale di messa in valore degli apprendimenti, essendo propedeutica – come la sua denominazione fa palesemente intendere – tanto alla validazione ed alla certificazione delle competenze, quanto al riconoscimento dei crediti.
Un processo di messa in trasparenza ben condotto può inoltre rafforzare in modo significativo l’autonomia e la progettualità del destinatario, accrescendone la consapevolezza del valore della propria esperienza e la capacità di rappresentarne a terzi (p.e in un colloquio di lavoro) gli aspetti significativi.
Apprendere bene questa Unità è dunque molto importante, richiedendo un impegno abbastanza esteso: un vero e proprio “investimento abilitante”.
Per apprendere autonomamente questa competenza ti consigliamo il seguente percorso minimo:
1) parti innanzitutto dal MOOC VALI.CO – Individuazione e validazione competenze di INAPP e completa i moduli 0 “Introduzione al tema della validazione e certificazione delle competenze” ed 1 “Accompagnamento all’individuazione e messa in trasparenza delle competenze”;
2) restando nel MOOC, esplora ora il modulo 2 “Progettare e realizzare la Valutazione” con il solo obiettivo di inquadrare il contesto in cui sarà utilizzato il Documento di trasparenza. Ritroverai questo tema, in modo approfondito, nelle Unità relative al riconoscimento dei crediti formativi ed alla validazione e certificazione delle competenze;
3) torna ora in CLARICE e leggi con attenzione lo standard dell’Unità di competenza della Regione Lazio, che trovi qui. Dalla stessa pagina puoi raggiungere anche lo standard di percorso formativo: leggilo. Ora sai quali sono le conoscenze e le abilità che dovrai acquisire;
4) inquadra, se già non lo hai fatto, il sistema regionale di messa in valore degli apprendimenti, focalizzando l’attenzione sulla posizione della funzione di identificazione e messa in trasparenza;
5) clicca qui per scaricare la Dispensa 1. Inquadramento, estratta dai materiali a suo tempo utilizzati nell’ambito del Progetto Pilota “Formazione Valore Apprendimento”. Esaminala utilizzando la traccia di lettura che trovi in calce a questa pagina. Confronta i suoi contenuti con le risorse di apprendimento del MOOC VALI.CO e di Clarice;
6) clicca qui per scaricare la Dispensa 2. Identificazione e messa in trasparenza, estratta dai materiali a suo tempo utilizzati nell’ambito del Progetto Pilota “Formazione Valore Apprendimento”. Esaminala utilizzando la traccia di lettura che trovi in calce a questa pagina;
7) consulta l’Atlante del lavoro e delle qualificazioni, esplorandolo dalle sue diverse “porte” di accesso. Comprendi bene la differenza fra i contenuti nazionali (Aree di Attività) e quelli regionali (i profili professionali e le relative competenza, afferenti alle Aree di attività). Interrogati su come utilizzare l’Atlante – a partire dal racconto della storia di studio, lavoro e vita di un individuo – nella fase di identificazione delle competenze oggetto di possibile messa in trasparenza. E’ un passaggio fondamentale, che molto probabilmente dovrai dimostrare, in sede di esame, di saper fare;
8) scarica ed esamina un caso esemplificativo di identificazione e messa in trasparenza utilizzato nella duplice prospettiva del riconoscimento dei crediti formativi e della certificazione delle competenze. Chiediti quali potrebbero essere stati i comportamenti dell’operatore abilitato per giungere a questo risultato, anche nell’utilizzo dell’Atlante;
9) prova ora a predisporre il tuo Documento di trasparenza, utilizzando il format previsto dall’Avviso pubblico di certificazione. E’ il primo e-sercizio applicativo di quanto hai fino a qui appreso. Utilizza tutte le risorse di Clarice per supportare il tuo esercizio;
10) se ti è possibile, sottoponi la bozza del Documento di trasparenza, accompagnata dal tuo CV, alle osservazioni di un tuo collega impegnato nel percorso di abilitazione o già iscritto all’elenco regionale. Confrontati e rifletti;
11) se del caso rivedi il Documento e prepara il “discorso” con cui lo presenterai oralmente alla Commissione di esame, prestando attenzione a mettere in evidenza le conoscenze e le abilità dell’Unità di competenza che hai applicato a te stesso. Nel dubbio torna ai passi precedenti, per i necessari approfondimenti;
12) utilizza il glossario di CLARICE per affinare il tuo linguaggio, rendendolo professionale. Ac-certati di aver chiaro il contenuto delle norme applicabili, consultando i loro testi in originale.
La dispensa è stata a suo tempo redatta con riferimento ad un contesto d’uso caratterizzato dalla presenza di un docente e di significative interazioni di aula con e fra i partecipanti. Essa non è dunque un documento auto-consistente, quanto piuttosto un insieme di schede oggetto di commento e riflessione. Per aiutarti ad utilizzarla al meglio, trovi di seguito una traccia di lettura articolata per blocchi di pagine. Se rilevi termini o concetti non chiari, utilizza le risorse di Clarice per cercare una risposta alle tue domande.
Pagine da 3 a 4
Sono proposti, con un breve commento, i primi due commi del D.lgs 13/13, definitori del quadro di senso entro cui vanno letti i dispositivi di riconoscimento dei crediti e di certificazione delle competenze. E’ molto importante osservare l’estensione applicativa, che fa capire come l’apprendimento permanente sia trasversale a diversi campi di policy, favorendone la loro integrazione. Approfondisci leggendo il testo integrale del Decreto Legislativo 13/13, ove ritroverai anche la definizione di parte dei termini oggetto del glossario.
Pagina 5
E’ proposto un semplice modello di messa in valore degli apprendimenti. Domandati che rapporto ha con il D.lgs 13/13. Esamina in modo veloce i contenuti di CLARICE sul riconoscimento dei crediti e la certificazione delle competenze.
Pagine da 6 a 10
Introducono il tema delle diverse tipologie di apprendimento, a partire da definizioni generali di letteratura, per giungere a quelle del D.lgs 13/13. Focalizza in particolare due aspetti:
- la definizione di apprendimento formale, della quale è spiegata la ratio adottata dal legislatore. Chiediti se corrisponde a quello che ti saresti immaginato;
- lo schema dettagliato di pagina 10, che è equivalente a quello che hai già incontrato a pagina 5, tenendo però conto delle differenti nature dell’apprendimento.
Usa lo schema per focalizzare il tuo futuro ruolo di operatore abilitato ad individuazione e messa in trasparenza.
Pagina 11
Richiama brevemente il concetto di capacitazione (capability) che non fa parte della norma, ma è essenziale nel corretto rapporto con l’individuo, portatore di diritti, al quale potresti erogare il servizio di identificazione e messa in trasparenza. Approfondisci in letteratura (qui ad esempio un possibile inizio) e chiediti le implicazioni metodologiche ed etiche sull’agire dell’operatore abilitato. E’ possibile erogare un servizio di messa in trasparenza ad un destinatario con un modesto livello di capacitazione? E possibile vedere la messa in trasparenza come una risorsa per sviluppare capacitazione? Se sì, quale comportamento deve adottare l’operatore?
Pagine da 12 a 13
Dall’apprendimento si passa al suo oggetto, ovvero le competenze, espresse in termini di conoscenze ed abilità. Confronta fra loro le diverse definizioni e rifletti La parola “competenza” è usata in modo univoco o ha più possibili significati? Ai nostri fini, quali sono le definizioni chiave? Aiutati anche consultando il glossario di Clarice.
Pagina 14
Lo schema pone a confronto due logiche di organizzazione:
- a sinistra quella “gerarchico-funzionale”, basata sulla divisione cognitiva del lavoro (“ognuno fa il suo”). Ad essa corrisponde una rappresentazione dei contenuti del lavoro “per figure/profili” (sono gli oggetti verticali nel disegno a centro pagina);
- a destra a destra quella “per processi”, basata sulla “catena del valore”. Qui il focus è sul contributo che ognuno deve dare all’intero insieme dei funzionamento di una organizzazione, ponendo grande attenzione alle interdipendenze del proprio agire rispetto a tutti gli altri attori. Il messaggio è che “non basta fare bene il proprio, se non lo si fa in una logica integrata di sistema”. Alla rappresentazione per processi corrisponde una rappresentazione dei contenuti del lavoro “per competenze” (sono gli oggetti orizzontali nel disegno a centro pagina).
Se ci si soffermiamo ancora su di esso, vediamo dunque che ogni profilo è composto da più competenze, parte delle quali comuni ad altri profili, parte specifica di quella data professionalità. L’articolazione “profi-li/competenze” è un punto chiave nella progettazione dell’organizzazione del lavoro e del sapere. Ai nostri fini, il riferimento ai processi è molto importante per avvicinarsi alla logica dell’Atlante del lavoro e delle qualificazioni.
Pagine da 15 a 19
Proseguendo il percorso, le pagine presentano alcune definizioni dei principali termini chiave della messa in valore degli apprendimenti. Anche in questo caso è importante osservare simiglianze, differenze e relazioni, per poter costruire un articolato e coerente discorso.
Pagina 20
Come sintesi provvisoria di quanto fino a qui visto, la pagina propone una generale schematizzazione del complessivo processo di messa in valore degli apprendimenti. E’ importante mettere a fuoco i seguenti tre aspetti.
1) Gli assi del grafico sono fra loro autocorrelati: quando una persona intende dare una rappresentazione di ciò che sa comprensibile da parte degli altri (asse x “Individuo → Società”), deve necessariamente costruire un discorso che da una dimensione “interna” (ciò che la persona “sente” dentro di sé) evolva progressivamente verso una dimensione esplicita e, in ultima ratio, codificata (asse y “Implicito → Esplicito → Codificato”);
2) La freccia in diagonale evidenzia il percorso di rappresentazione dell’esperienza, con una progressione dall’oralità (la narrazione con cui la persona inizia a ricostruire la propria storia) alla scrittura, quest’ultima all’inizio in prima persona (Documento di trasparenza), poi a cura di un valutatore indipendente (Documento di validazione, di parte seconda) ed infine esito dell’azione collegiale della Commissione di certificazione (qualificazione pubblicamente attestata attraverso un documento di parte terza);
3) Ove l’esperienza non raggiunga la significatività richiesta per condurre direttamente all’esame in via certificatoria, è possibile una sua valorizzazione in termini di riconoscimento dei crediti formativi, con il conseguente rientro individualizzato in un percorso di apprendimento formale, concluso dall’esame.
Pagina 21
E’ un commento alla figura precedente, che inizia ad introdurre la differenza fra valutazione apprezzativa (propria della validazione, anche a fini di riconoscimento dei crediti) e valutazione misurativa (tipica della certificazione delle competenze).
Pagina 22
In conclusione si propone uno schema apparentemente complesso, nel quale sono rappresentate tutte le componenti del sistema regionale di certificazione, nella sua configurazione “a regime”, così come definito dal Decreto del Ministero del Lavoro, di concerto con il MIUR, del 30 giugno 2015. Per semplificarti la lettura
- parti innanzitutto dai percorsi rossi: essi ti dicono che un individuo può giungere alla qualificazione, passando per la certificazione, o attraverso la formazione, o attraverso l’individuazione e validazione dei suoi apprendimenti non formali ed informali;
- osserva ora i percorsi verdi: essi mostrano l’importanza strutturale dei sistemi repertoriali della Regione, che intervengono come risorse di contenuto in tutto il modello;
- osserva infine i numerosi legami blu che partono, come tanti raggi, dalla Regione: essi mostrano in sin-tesi il presidio delle differenti funzioni amministrative necessarie al sistema, così come le risorse organizzative e professionali, dagli operatori abilitati agli organismi titolati;
- tieni infine conto che, per ragioni di semplificazione, lo schema non evidenzia il processo di riconosci-mento dei crediti formativi.
Utilizza lo schema per verificare se vi sono aspetti che non ti sono chiari. Ogni passaggio indicato trova sicuramente uno o più contenuti informativi di Clarice. Su molti aspetti si tornerà in maggior dettaglio in altri materiali di supporto.
Anche in questo caso la dispensa contiene diversi materiali tratti dal progetto Formazione Valore Apprendimento, selezionati e montati con un ordine più funzionale alla loro fruizione non accompagnata da docenza. Per la loro origine non si tratta di risorse didattiche autoconsistenti, ma di supporti da utilizzare in modo integrato con il MOCC VALI.CO di INAPP ed i contenuti del Centro Risorse Clarice.
Pagina 3
E’ proposto uno schema generale di quattro rappresentazioni del lavoro, nelle loro mutue relazioni. Da sinistra verso destra:
1) Rappresentazione statistica, data dalla Classificazione delle professioni ISTAT CP 2011
2) Rappresentazione organizzativa (processi ed attività), data dall’Atlante del Lavoro e delle Qualificazioni INAPP
3) Rappresentazione professionale (competenze, articolate in conoscenze, abilità, autonomia e responsabilità), data dai repertori delle qualificazioni degli enti titolari di cui al D.lgs 13/13
4) Rappresentazione valutativa, nella quale trovano espressione gli standard minimi di prestazione professionale ed relativi livelli di valutazione definiti, nella loro autonomia, dagli enti titolari
E’ importante aver chiaro che:
- le rappresentazioni “statistica” e “organizzativa” sono nazionali, costituendo l’’infrastruttura informativa comune a tutti gli enti titolati, e NON comprendono le singole qualificazioni, articolate per competenze;
- le rappresentazioni “professionale” e “valutativa” sono invece come detto peculiari di ogni singolo ente titolare, fra cui la Regione Lazio. Esse devono però rispettare il vincolo della loro referenziazione alle rappresentazioni nazionali di cui sopra;
- nel complesso, ciò disegna un sistema unitario (vi è un riferimento comune), ma non univoco (la stessa qualificazione di “cuoco”, per fare un esempio, può assumere n rappresentazioni differenti per competenze costituenti, una per singolo ente titolare.
Comprendere la logica del disegno, anche nelle sue implicazioni pratiche, significa comprendere l’architettura del Quadro Nazionale delle Qualificazioni.
Pagine da 4 a 11
Sono proposte definizioni e dettagli delle rappresentazioni precedentemente, ad eccezione di quella “valutativa”, che è trattata in sede di UC abilitante “Pianificare e realizzare le attività valutative rivolte alla validazione delle competenze”. Ai fini dell’apprendimento, è importante riflettere sulle relazioni esistenti fra i vari riferimenti e sul loro uso pratico nell’erogazione del servizio di identificazione e messa in trasparenza.
Pagina 12
E’ riproposto lo schema generale di pagina 3, letto in funzione di un individuo interessato alla messa in valore dei propri apprendimenti rispetto a quanto previsto dal D.lgs 13/13 e dal Decreto del Ministero del Lavoro, di concerto con il MIUR, del 30 giugno 2015. Si evidenziano le relazioni con le diverse rappresentazioni del lavoro, qui assumendo particolare interesse i due aspetti di
- identificazione: la navigazione sull’Atlante, a partire dal curriculum vitae e dalla narrazione semi-strutturata delle esperienze, alla ricerca delle Aree di Attività più che meglio intercettano il racconto e, da esse, delle qualificazioni (profili ed unità di competenza) del repertorio dell’ente titolare di interesse (p.e. la Regione Lazio) ad esse correlate;
- messa in trasparenza: la produzione del Documento contenente la descrizione comprensibile delle attività svolte e delle conoscenze, abilità ed autonomia acquisite, relativo ai profili/competenze identificate.
Si consiglia di utilizzare questo schema come auto-verifica della comprensione di tutti i precedenti contenuti della dispensa.
Pagine da 13 a 19
Sono richiamati i principi metodologici ed operativi alla base dell’erogazione del servizio di identificazione e messa in trasparenza. Per una loro migliore comprensione è utile:
- esaminare con attenzione critica il Caso didattico accessibile da questa pagina, chiedendosi quali ragionamenti e quali operazioni avrà fatto l’operatore per giungere al Documento di trasparenza completo. partendo da un curriculum vitae non particolarmente dettagliato e completo …;
- provare a realizzare il proprio Documento di trasparenza, relativo ad una o più competenze abilitanti.
Pagine da 20 a 23
E’ proposta una breve riflessione sui rapporti (simiglianze e differenze) fra il servizio di identificazione e messa in trasparenza delle competenze e le pratiche di bilancio delle competenze, con generale riferimento al contesto francese. Può essere uno spunto importante di riflessione per gli operatori con esperienza in orientamento, stimolati a dare ad essa un valore utili anche ai fini della certificazione della UC “Accompagnare e supportare l’individuazione e la messa in trasparenza delle competenze, anche al fine del riconoscimento dei crediti formativi”.
Un consiglio: procedi con l’apprendimento di altre Unità di Competenza solo quando capisci di muoverti agilmente nel vasto campo della UC “Accompagnare e supportare l’individuazione e la messa in trasparenza delle competenze, anche al fine del riconoscimento dei crediti formativi”.